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A QUARANTANNI I SOGNI NON MUOIONO, DIVENTANO SOLO PIÚ GRANDI.

Oxford – Cornmarket Street

QUARANTANNI… eh sì sono proprio 40, non che io mi ricordi quando sono nato, ma la data riportata sulla mia carta d’identità dice proprio questo. Qualche capello bianco (pochi, davvero pochi) e qualcuno in meno, forse qualche piccola ruga, ma dentro mi sento davvero giovane, come un adolescente che vuole scoprire il mondo e che ancora ad ogni cosa nuova che vede fa WOOOW…
Lo so che non dimostro la mia età, infatti ogni volta che qualcuno mi chiede quanti anni ho resta sbalordito ed io, che ormai ci ho fatto l’abitudine, mi diverto a vedere le facce delle persone quando scoprono che ho quarantanni e spalancano gli occhi e la bocca incredule stando li a fissarmi come fossi magico o chissà che, tutto questo mi strappa una grassa risata interiore e un gran sorriso sul mio bel faccione!
Ogni volta che rispondevo a quella domanda (quanti anni hai?) mi rendevo sempre più conto che i festeggiamenti per il mio quarantesimo compleanno si avvicinavano velocemente, Marzo, Aprile, Maggio…cosí quei primi mesi immerso nella vita inglese passarono in fretta. Nuove esperienze, nuove amicizie, nuove emozioni tutte amplificate dal quel microcosmo che mi ero creato da solo.

Il 22 Maggio tornai da una piccola visita a sorpresa in Italia e mi ritrovai nuovamente catapultato nel grigio cielo inglese a camminare verso casa con la mia valigia nella pazza e vibrante Cowley Road.
Mi aspettava un altro mese di lavoro immerso nella vita di Oxford per poi ritornare nuovamente a casa in Italia a festeggiare il mio quarantesimo compleanno, insomma, questo grande avvenimento era alle porte.
In quel mese arrivó finalmente l’estate ed il caldo inizió incredibilmente ad avvolgere Oxford e tutti i suoi antichi college, io trascorsi quel mese lavorando, frequentando un corso gratuito di inglese, stringendo nuove amicizie e camminando tra le strade della cittá, senza assolutamente rendermi conto che i miei quarantanni stavano entrando prepotentemente a far parte della mia vita.

Era il 17 giugno, Domenica alle 7.00 del mattino dopo un caffè fumante sorseggiato tranquillamente da “Pret a Manger” ero di nuovo in piedi in attesa del gate nell’aeroporto di Luton, direzione Milano Malpensa.
Simona si era occupata di tutto, organizzando nei minimi dettagli una festa che non potró mai dimenticare.
Amici, parenti e familiari erano tutti invitati per le quattro del pomeriggio, il sole splendeva, un fresco e leggero venticello muoveva le foglie delle betulle in giardino e sotto il portico tutto era pronto. Tavole imbandite, bibite, dolci, panini, salumi, affettati, birre e tante squisitezze erano lì solo ad attendere che nel pomeriggio qualcuno le prendesse. Un grosso e bellissimo cartellone assemblato con delle assi di bambú ritraeva una miriade di emozioni con foto a colori e in bianco e nero che raccontavano silenziose come un libro tutta la mia vita fino ad allora.
Ora che ci penso ero abbastanza agitato, festeggiare quarantanni mi faceva venire l’ansia, non per l’etá che stavo per raggiungere, ma solamente perché in questi primi quarantanni non ero mai stato cosí al centro dell’attenzione come in quel preciso momento.

Il campanello inizió a suonare, arrivarono le prime macchine, i primi amici, parenti, zii, cugini, tanti abbracci e tante parole cominciarono a scorrere una dietro l’altra, tutti volevano sapere la stessa cosa: la mia vita ad Oxford, le mie camminate nella “cittá dalle guglie sognanti“, il mio inglese e le mie nuove amicizie.
Il mio quarantesimo compleanno é stato un mare di emozioni, sí perché più guardavo tutti i miei amici e i miei più cari familiari e più questi quarantanni di emozioni si stringevano forte in fondo al mio petto: quanti ricordi, quanti abbracci, quanti pianti, quante risate, quante bevute con gli amici, quanti litigi, quante uscite, quante vacanze, quante camminate, quanti giorni di scuola saltati e quanti frequentati, quante domeniche pomeriggio a ballare e quanti sabati sera a parlare, quante giornate di pioggia passate dentro un bar a raccontar cazzate, quante mangiate insieme, quante estati passate al mare coi cugini, quanti capodanni a stappar bottiglie di spumante per poi abbracciarsi e baciarsi augurandosi tanta fortuna per il nuovo anno, quante stelle cadenti nelle notti di agosto e quanti desideri espressi, quanti viaggi sotto nuovi cieli, quante nuove amicizie, quante parole, quante uscite con gli amici senza meta, quante bevute senza ragione, quante sbronze e quanti mal di testa, quanti panini dopo la discoteca, quanti alberi di Natale, quanti regali, quanti baci… e quante emozioni e quanto Amore in questi quarantanni.

Avvolto da questo vortice di emozioni quasi non mi accorsi quando arrivó il momento della torta, non una, non due, ma ben quattro fantastiche crostate, preparate con Amore da Simona e sua mamma, attendevano la mia attenzione. Sembrava un taglio della torta da matrimonio, con tutti gli occhi puntati su di me, quel piccolo ragazzino di quarantanni che non ne voleva sapere di crescere e che davanti ad una bottiglia di spumante non riesce a trattenere il desiderio di stapparla spruzzandola ovunque nel cielo.

Questi piccoli arcobaleni nell’aria, formati dalle mille bollicine di spumante, mi tornano in mente seduto nella mia camera qui ad Oxford, continuo a vedere gli amici ed i parenti scappare sotto quella dolce pioggia spumosa, mi torna in mente quella bellissima giornata di festeggiamenti e l’affetto delle persone più care. Questo calore me lo sono portato ancora una volta via con me, come fosse il regalo più prezioso che avessi mai ricevuto.
Eh sí, ho proprio quarantanni adesso, ricordo moltissimo della mia vita, le cose belle, le cose brutte, le emozioni, le persone, le risate, tutto… Grazie della bellissima vita vissuta fino adesso, Grazie per la persona che mi avete fatto diventare, Grazie per l’affetto e l’amore dimostratomi, Grazie per far parte della mia vita.
Quarantanni… a quarantanni i Sogni non muoiono, diventano solo più grandi, ed ad un certo punto, in quel momento emozionante e preciso della tua vita bisogna decidere di scartarli, scartare quei sogni come fossero il regalo più bello e straordinario che la vita ti abbia mai donato.
Buon compleanno a me e a tutti i sognatori.

A QUARANTANNI I SOGNI NON MUOIONO, DIVENTANO SOLO PIÚ GRANDI.
Bonn Square – Westgate
A QUARANTANNI I SOGNI NON MUOIONO, DIVENTANO SOLO PIÚ GRANDI.
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